Edifici religiosi

Altomena, S. Niccolò. La chiesa di S. Niccolò - sorge sull'area che in origine doveva essere occupata da un oratorio posto a servizio dell'antico castello dei Guidi (i resti del quale sono da individuare nella torre posta alla sinistra della chiesa).    La chiesa attuale denota origini trecentesche, rivelate dalla facciata con filaretto in pietra alberese e l'alto prospetto a capanna con rosone centrale.    Una fase di trasformazioni si ebbe forse nel corso del Settecento, probabilmente per opera dell'abate Iacopo Leone Serzelli Del Garbo (1720-1803) il cui nome è ricordato all'interno della chiesa, oltre che in una lapide tombale, da un cartiglio sottostante al grande altare centrale con timpano spezzato, datato 1777. Altri lavori, compiuti nella prima metà dell'800, riguardarono invece la facciata della chiesa, con l'incorniciatura in pietra del rosone centrale e con la costruzione del portale sormontato dal timpano.
Altomena - S.Lucia:Documentata già nel 1171.  Nel 1229 la chiesa di Santa Lucia viene ricordata come parrocchia dipendente dall'antica pieve di San Gervasio a Pelago. Nel XV secolo passò sotto il piviere di San Clemente a Pelago. Nel 1677 viene unita alla chiesa di San Niccolò ad Altomena. Nel 1681 risultava già come prioria.L'interno dell'edificio presenta ancora i caratteri di una ristrutturazione seicentesca, in occasione della quale la chiesa subì una trasformazione radicale. In questa occasione venne costruita la cappellina attigua con portale incorniciato in pietra sovrastato da una finestra circolare. La facciata presenta evidenti segni di un rifacimento ottocentesco, con le due finestre ogivali. Il portale in pietra è invece del XVII secolo.
Bibbiano, S. Martino - Il primo documento che ricorda la chiesa risale al 1274, dove San Martino risulta suffraganea della Pieve di Diacceto. Dalla seconda metà del Trecento risulta di patronato degli Albizi. La chiesa attuale è frutto di una completa riedificazione, dalle fondamenta, avvenuta nel 1862. Allo stesso periodo risale la canonica. La vecchia chiesa, con campanile a vela all’abside e una scala di accesso laterale, appare nello "Stradario" del 1774 di Carlo Raffaello Paganelli alla pagina 15. La chiesa ha subito un ulteriore trasformazione, spiccatamente neo-rinascimentale, tra il 1916 ed il 1933. Vennero costruiti i due altari laterali a nicchia, profilati in pietra, come la parete di fondo della chiesa, decorata con una falsa architettura prospettica e un dipinto del 1933, raffigurante la Crocifissione e Dolenti. Il soffitto è a cassettoni lignei decorato. Il fronte della chiesa è decorato in alto dalla mitria di San Martino, Vescovo di Tours, con la spada di cavaliere ed il pastorale incrociati. In questa occasione venne costruito anche il campanile.
 •Diacceto, pieve di S. Lorenzo - È ricordata come pieve, con il titolo di San Jerusalem, già dal 1073. Nel XII secolo comprendeva ben nove chiese suffraganee. Fu di patronato dei Da Diacceto prima e dei Moresi poi. L’importanza della pieve andò ben presto diminuendo fino a che, ormai in rovina, nel 1413 il titolo di pieve passò alla chiesa di San Clemente a Pelago, dove venne anche trasferito il fonte battesimale. Questo tornò poi alla chiesa di San Lorenzo dopo il restauro della metà del XVI secolo.  Tra il 1858 ed il 1872 il vecchio edificio fu demolito e venne ricostruita una nuova chiesa sull’area stessa occupata da quella precedente, ma di dimensioni maggiori. La chiesa viene ricordata nel 1858 a due navate, ma nel 1872, quando si provvide alla sua totale ricostruzione, venne trasformata ad unica navata coperta con una volta stoiata ed affrescata da Ferdinando Folchi ed Antonio Noferi. La chiesa è stata nuovamente restaurata nel 1950. È stato distrutto l’arco sopra l’altar maggiore, tolti gli altari laterali, distrutti gli affreschi dell’Ottocento, aperte quattro monofore sulla parete destra. La facciata è stata incorniciata con un timpano e due paraste in pietra serena.
Ferrano, S. Maria - La chiesa di S. Maria si trova in posizione sopraelevata rispetto all'abitato di Ferrano, su un'altura posta sulla riva destra del torrente Vicano.     In alcune carte del 1098 viene ricordato il castello di Ferrano, oggi scomparso: la lettura di alcuni elementi architettonici suggerisce che già a quell’epoca doveva esistere la chiesa di Santa Maria.  Dal XII secolo è comunque ricordata come suffraganea della pieve di Sant’Ierusalem, poi San Lorenzo a Diacceto.      Già nella seconda metà del '300 è patronato della famiglia degli Albizi.     La chiesa di Santa Maria fu soppressa il 3 ottobre 1574 ed unita alla sottostante chiesa di San Pietro.   Continuò comunque ad essere regolarmente ufficiata.     Viene nuovamente soppressa ed unita a San Pietro nel 1745. Da questa data in poi viene ridotta a cappella del camposanto di San Pietro. A conferma di questa notizia sta il recente rinvenimento di resti di sepolture sotto il pavimento della chiesa e nel campi circostanti.     Successivamente venne adibita ad usi agricoli (fienile).    Alla fine degli anni sessanta di questo secolo la chiesa di Santa Maria è stata venduta ad un privato, che sta seguendo la ristrutturazione di tutto il complesso.
Ferrano, S. Pietro - La chiesa di S.Pietro sorge nell'abitato di Ferrano ed è forse di epoca meno antica della sovrastante S. Maria: ciò è desumibile per la qualità del suo paramento murario, composto da bozze più piccole rispetto a quelle di S. Maria.    Viene ricordata fin dal XII secolo come suffraganea della pieve di San Lorenzo a Diacceto.      Già dal 1362 era patronato degli Albizi. Passò ai Frescobaldi nel 1925 a seguito dell’estinzione della famiglia Albizi.      Nel 1629 le fu riunita la cura della chiesa di Santa Maria a Ferrano e nel 1726 fu elevata a prioria.
Fontisterni, S. Lorenzo - La località di Fontisterni viene per la prima volta ricordata in un documento del 3 luglio 1039 relativo ad una donazione, mentre il popolo di San Lorenzo viene ricordato nel 1260.   Con molta probabilità la chiesa esisteva già alla fine del XII secolo ed era patronato dell’abbazia di Vallombrosa.     Il primo documento che la ricorda risale al 1313.
Magnale, S. Niccolò - Ricordata fin dall'XI secolo. Nel borgo di Magnale vengono ricordate, già dall’XI secolo, due chiese, San Niccolò e Santa Maria ed entrambi erano dotati di un chiostro. Dal XIII secolo non si hanno più notizie della chiesa di Santa Maria. L'edificio si presenta con caratteri tipici della metà del XVIII secolo, quando venne completamente ristrutturato all'interno e all'esterno. Sulla facciata, sopra il portale,
sono ancora rintracciabili l'antico filaretto ed un arco in mattoni, tamponato, che costituiva il primitivo ingresso.  Il prospetto è costituito da una parte superiore a cuspide con una finestra ovale e due finestre laterali di più recente apertura. 
Le antiche capriate sono coperte da una volta a botte affrescata. Il portico addossato al prospetto è ottocentesco. Sul tetto sorge un campaniletto a vela. La chiesa subì il prolungamento della navata e seguito di restauri effettuati nella prima metà del XVIII secolo.
Nipozzano, S. Niccolò - La prioria di San Niccolò ha origine antica ed ha condiviso, nei secoli, le vicende del castello già dei conti Guidi e poi, dal 1373, degli Albizi. Sembra che una primitiva cappelania sorgesse all’interno del castello fin dall’XI secolo. È certo che una chiesa sotto il titolo di San Niccolò a Nipozzano viene ricordata già nel 1217 quando, con bolla papale, veniva unita al monastero camaldolese di San Fedele a Strumi.  Tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento la chiesa dovette essere ricostruita "ex-novo", in prossimità della porta al castello, con la canonica retrostante. Risulta prioria nel 1710.
Pagiano, S. Martino - Ricordata in un documento del 1104. Dipendente fin dal XII secolo dal piviere di Pitiana e sottoposta alla giurisdizione del castello di Magnale. Fu unita alla chiesa di San Niccolò a Magnale nel 1531. Non si hanno altre notizie fino al 1583 con la raffigurazione dell'edificio nelle piante dei Capitani di Parte. Fu elevata a prioria il 19 novembre 1635. L’attuale chiesa è opera di un rifacimento novecentesco che ne ha alterato completamente le caratteristiche originarie. In questa occasione la navata è stata prolungata sul davanti e sono state costruite due cappelle laterali. L’edificio si presenta ad unica navata conclusa con scarsella rettangolare leggermente incurvata a semicerchio.
Pelago, pieve di S. Clemente - Situata all'interno del castello di Pelago, la chiesa di S. Clemente è ricordata fin dal XII secolo come suffraganea del piviere di San Lorenzo a Diacceto. Compare nel Libro di Montaperti del 1260 e nelle Rationes Decimarum del 1299. Il 3 luglio 1413 viene elevata al privilegio di pieve. Il 15 marzo 1568 le cure suffraganee del piviere di San Gervasio passarono a San Clemente (l'uso del fonte battesimale è descritto nelle visite pastorali del vescovo di Fiesole a partire dal 1574). Importanti lavori di restauro vennero eseguiti tra il 1737 e il 1740, e ancora nel 1823. Fu elevata a propositura il 10 agosto 1894
Popigliano, S. Maria  - Il toponimo è già noto in alcune pergamene dell’XI secolo.     La chiesa viene ricordata per la prima volta in un atto relativo ad una donazione del maggio 1069. Viene ricordata in un altro documento del 1143.      Il patronato della chiesa passò nell’XI secolo da un privato alla Badia vallombrosana di Strumi a Poppi che, a sua volta, il 13 maggio 1217, lo lasciò ad un privato.      Nel 1590 il patronato risulta diviso equamente tra la famiglia dei Cattani da Diacceto e tra l’abbazia di Vallombrosa e l’elezione del pievano spettava una volta a ciascuno.      Risulta prioria il 16 maggio 1726.      Una lapide murata in sagrestia ricorda che già nel 1741 la parte del patronato della famiglia dei Cattani era dei Bargiacchi ai quali si associarono, prima del 1784, i Bargigli. Negli ultimi anni la sede della parrocchia è stata trasferita alle Palaie.     La murature dell’abside semi-circolare e dell’unica navata dell’attuale edificio, a pietre di piccole dimensioni, senza filaretto regolare, visibile prima dell’intonacatura, mostrava una tipologia architettonica riferibile al XIII secolo. 
Il restauro, concluso prima del 1985, ha riportato in luce le capriate lignee che erano state coperte, nella metà del XVIII secolo, da una volta stuoiata. Gli altari, a nicchia, sono stati tamponati.
Ristonchi, S. Egidio - E' documentata fin dal XII secolo, e viene ricordata in un atto di vendita del 1200. Faceva parte del Borgo di Ristonchi, che oltre alla poderosa torre, alla chiesa di Sant’Egidio ed a altri edifici rurali, comprendeva anche la chiesa di San Giorgio. Con molta probabilità Sant’Egidio era la vera e propria chiesa del fortilizio, mentre S. Giorgio era la chiesa della comunità rurale sviluppatasi attorno ed esso. Nel 1299 la chiesa di San Giorgio venne unita a Sant’Egidio e di essa non ne abbiamo più notizia essendo difficile stabilirne anche l’esatta collocazione.
S. Francesco al Pontassieve, convento - Secondo memorie storiche, nei primi anni del secolo XVI la famiglia Cattani edificò nei pressi di Diacceto, in località Maltempo, una casa che offrì ai frati Francescani. Nel 1519 i religiosi abbandonarono questa casa per trasferirsi in basso, nella pianura, sulla sponda sinistra della Sieve, davanti al castello di Pontassieve, a fianco di un preesistente Oratorio, dove costruirono un nuovo convento. Nel 1550 un' eccezionale piena della Sieve spazzò via il convento con il ponte vicino.
Distrutto il convento i religiosi se ne andarono e rimasero solo due o tre frati ad offrire ospitalità ai pellegrini che salivano al sacro Monte della Verna.