LA CHIESA DEL CONVENTO CAMALDONESE DI SANTA MARGHERITA A TOSINA, SENTIERO 34

Chiesa di Santa Margherita

Sul fianco settentrionale del monte della Consuma, in posizione dominante la valle del torrente Rufina, sulla strada tra Borselli e Pomino si trova la chiesa di San Margherita e l’ex convento camaldolese di Tosina.
L’ubicazione strategica e la presenza, nelle vicinanze, di numerose torri, oggi scapezzate o ridotte a coloniche, testimonia l’antichità dell’insediamento che sembra derivare come toponimo, da un nome etrusco di persona.
La prima notizia certa dell’esistenza di una chiesa sotto il titolo di Santa Margherita in località Tosina, risale al 1038; in quella data l’edificio confinava con le terre che venivano date in enfiteusi.
Per la scarsità dei documenti della chiesa di Santa Margherita è più difficile da definire.
Questa ampliata nel corso del XIV secolo come il carattere della muratura esterna della facciata, a piccoli conci disposti regolarmente, farebbe pensare, non sembra avesse subito ulteriori restauri durante il 400-500, anche se i rimaneggiamenti compiuti nel nostro secolo hanno finito per cancellare ogni eventuale testimonianza.
Con certezza sappiamo già dal 1565, presso la chiesa, si era costituita una Compagnia laicale sotto il titolo della Concezione che non aveva però un altare in Santa Margherita ma un proprio oratorio.
Soltanto nel 1615 si ha notizia della chiesa, visitata dal Vescovo fiesolano Baccio Gherardini che, nella relazione, descriveva la reliquia della Santa e l’altare maggiore, eretto dalla famiglia Cipriani e dotato invece da Camillo della Nave.
Abbiamo un resoconto più dettagliato da il Vescovo Filippo Neri Altoviti del 1678, del quale sappiamo che gli altari erano tre; il maggiore, uno dedicato alla Concezione ed un terzo, di fronte, intitolato alla Trinità, tutti scomparsi con i restauri novecenteschi.



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