Giorno del Ricordo 2022

Riflettere insieme su alcune delle pagine più dolorose della nostra storia

PELAGO – Il Comune di Pelago insieme all’Unione degli Istriani celebra oggi il Giorno del Ricordo (istituito con la legge 30 marzo 2004 n. 92) per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Migliaia sono stati gli italiani sepolti nelle foibe; centinaia di migliaia i profughi istriani, fiumani e dalmati fuggiti da una inaccettabile ed inumana pulizia etnica.

Questo giorno rappresenta un'opportunità per riflettere insieme su alcune delle pagine più dolorose della nostra storia, relegata per troppo tempo all’oblio. – afferma il Sindaco Povoleri - Sono passate intere generazioni, sono mutati gli assetti geopolitici, sono cadute le grandi contrapposizioni ideologico-culturali. Questo ha permesso, insieme al lavoro di superstiti e storici di conoscere il dramma dell'esodo istriano, fiumano e dalmata; di leggerlo in una dimensione pubblica e condivisa. Questo è il senso dell’istituzione di questa giornata: onorare il sacrificio di tanti nostri connazionali e impegnarsi ogni giorno a costruire un futuro sempre più libero dalle morse dell'intolleranza e dell'odio. Questo – conclude il Sindaco - è il monito da rinnovare alle future generazioni: costruire sempre la pace, nel segno del dialogo e della cooperazione tra i popoli”.

Evocando le parole dello scorso anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l' Amministrazione invita la cittadinanza a ricordare i fatti accaduti.

«Le sofferenze, i lutti, lo sradicamento, l’esodo a cui furono costrette decine di migliaia di famiglie nelle aree del confine orientale, dell’Istria, di Fiume, delle coste dalmate sono iscritti con segno indelebile nella storia della tragedia della Seconda Guerra Mondiale e delle sue conseguenze.

Nel Giorno del Ricordo, che la Repubblica ha voluto istituire, desidero anzitutto rinnovare ai familiari delle vittime, ai sopravvissuti, agli esuli e ai loro discendenti il senso forte della solidarietà e della fraternità di tutti gli italiani. I crimini contro l’umanità scatenati in quel conflitto non si esaurirono con la liberazione dal nazifascismo, ma proseguirono nella persecuzione e nelle violenze, perpetrate da un altro regime autoritario, quello comunista.

Tanto sangue innocente bagnò quelle terre. L’orrore delle foibe colpisce le nostre coscienze. Il dolore, che provocò e accompagnò l’esodo delle comunità italiane giuliano-dalmate e istriane, tardò ad essere fatto proprio dalla coscienza della Repubblica. Prezioso è stato il contributo delle associazioni degli esuli per riportare alla luce vicende storiche oscurate o dimenticate, e contribuire così a quella ricostruzione della memoria che resta condizione per affermare pienamente i valori di libertà, democrazia, pace.

Le sofferenze patite non possono essere negate. Il futuro è affidato alla capacità di evitare che il dolore si trasformi in risentimento e questo in odio, tale da impedire alle nuove generazioni di ricostruire una convivenza fatta di rispetto reciproco e di collaborazione.

Ogni comunità custodisce la memoria delle proprie esperienze più strazianti e le proprie ragioni storiche. E’ dal riconoscimento reciproco che riparte il dialogo e l’amicizia, tra le persone e le culture.

Il passato non si cancella. Ma è doveroso assicurare ai giovani di queste terre il diritto a un avvenire comune di pace e di prosperità.

La ferma determinazione di Slovenia, Croazia e Italia di realizzare una collaborazione sempre più intensa nelle zone di confine costituisce un esempio di come la consapevolezza della ricchezza della diversità delle nostre culture e identità sia determinante per superare per sempre le pagine più tragiche del passato e aprire la strada a un futuro condiviso».